I quadri alla prova dell’innovazione
Cinque approcci per maturare una vision digitale
di Giorgia Pacino
Flessibilità, resilienza, permeabilità al cambiamento. Sono queste oggi le caratteristiche più ricercate nel mondo del lavoro per cogliere tutti i vantaggi di quella spinta all’innovazione che sta ormai trasformando ogni settore. I primi interpreti di questo cambiamento all’interno delle organizzazioni sono i middle manager, spesso stretti tra la prospettiva di nuovi scenari da cavalcare e la necessità di superare vecchie resistenze.
In fatto di innovazione, come si pongono oggi i quadri? Quali competenze ritengono di dover acquisire? E quali obiettivi si prefiggono?
Secondo la ricerca sull’evoluzione del mercato del lavoro nel terziario, commissionata a Doxa da Quadrifor ed Ebinter, i middle manager sono alle prese con un cambiamento straordinario di abitudini, strumentazioni e competenze richieste dalla nuova organizzazione del lavoro. E hanno adottato cinque diversi approcci all’innovazione.
1. Il primo è rappresentato dagli “strategy-oriented”: principalmente donne con titolo di studio elevato, hanno sviluppato competenze legate a comunicazione, pianificazione, amministrazione e strategia, avvertono il bisogno di essere aggiornate sulle frontiere tecnologiche e di avere capacità di pensiero strategico in un’ottica di miglioramento continuo.
2. Il gruppo dei “technology-oriented” è fatto, invece, in prevalenza da uomini over 45, ancora più spostati verso la necessità di avere una vision digitale e di essere aggiornati sulle frontiere tecnologiche del proprio settore, focus che va di pari passo con l’attenzione per le performance del proprio staff.
3. Il terzo cluster è quello dei quadri definiti “all round view supporters”: è il cluster più trasversale, sebbene ancora legato alla vision digitale e alle tecnologie, e che sente il bisogno di incrementare la propria sensibilità nel fiutare il cambiamento, immaginando nuovi scenari e anticipando i bisogni dei potenziali clienti.
4. I “performance-oriented” nutrono, invece, la profonda convinzione che il quadro, in un’ottica di digital transformation, dovrà in futuro non solo coinvolgere ma anche valorizzare i propri collaboratori nelle fasi di transizione e prestano grande attenzione all’aspetto più relazionale e di collaborazione.
5. Non molto dissimili i “valorization believers”: decisamente orientati verso la necessità di saper coinvolgere e valorizzare i propri collaboratori nelle fasi di transizione, più che alla performance dello staff guardano alla capacità di contribuire strategicamente all’analisi e alla riprogettazione dei processi.
Quello che cercano i quadri è, dunque, la capacità di sviluppare un digital mindset e imparare a gestire un ambiente in cui i processi diventano sempre più agili. Vogliono disegnare per il proprio team una esperienza di lavoro coerente con quella offerta al cliente, smart e soddisfacente, ma hanno bisogno di persone aggiornate sulle tecnologie e capaci di anticipare nuovi scenari. La rinnovata attenzione per la formazione e l’aggiornamento professionale si accompagna così alla consapevolezza della non rinviabilità del cambiamento e della necessità di approfittare del momento per farne un’occasione di crescita professionale e personale.
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