L’intelligenza artificiale. Come mettere le macchine al servizio della creatività.

02/08/2023 | 758

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L’intelligenza artificiale. Come mettere le macchine al servizio della creatività.

Appunti dall’incontro con Jacopo Perfetti 
per il ciclo Morning Talks - L’arte di Comunicare, in collaborazione con Feltrinelli Education

Il mondo della tecnologia e quello della creatività sono sempre più connessi tra loro. Prima dell’avvento delle intelligenze artificiali, la creatività sembrava essere appannaggio esclusivo dell’uomo. Oggi le cose sono cambiate, le IA sono ormai strumenti accessibili e proprio in quanto tali possono integrare il lavoro umano, anche in ambito creativo.
Ne abbiamo parlato con Jacopo Perfetti, imprenditore, autore e docente universitario che si occupa delle intersezioni tra intelligenza artificiale, creatività e innovazione digitale. 
Durante il suo intervento per il ciclo Morning Talks, Perfetti ci ha raccontato di come al momento non c’è attività creativa che non possa essere implementata con l’intelligenza artificiale. I risultati del lavoro congiunto dell’uomo e dell’IA possono essere impressionanti, ed è il motivo per cui vale la pena approfondire questa tecnologia e i modi in cui possiamo relazionarci ad essa.
Per farlo siamo partiti dall’intelligenza artificiale generativa, o GenAI, cioè quel tipo di intelligenza artificiale che è in grado di generare degli output in risposta a delle richieste, dette prompt. La natura di questi output varia a seconda delle esigenze per le quali la GenAI viene programmata. 
Facciamo alcuni esempi di cosa può produrre un’intelligenza artificiale generativa:
?    testi (come nel caso di Chat GPT, che può condurre delle vere e proprie conversazioni con l’utente e generare su richiesta elaborati di ogni tipo, dall’articolo di giornale al codice di programmazione)
?    immagini (DALL-E e Midjourney sono due esempi di sistemi basati sull’IA che generano immagini a partire da prompt anche molto specifici, riuscendo a restituire immagini fotorealistiche e imitazioni perfette dello stile di un dato artista)
?    video (esiste una GenAI chiamata Runway è in grado di generare e modificare video tramite i prompt che le vengono forniti)
A questo punto ci dovrebbe essere chiaro quanto vasta è la portata dell’intelligenza artificiale generativa. Una vastità che ha iniziato a preoccupare molti creativi, che si domandano quanto è probabile che l’IA finisca per rubargli  il lavoro. Una risposta certa per ora non c’è, quel che però è sicuro è che ai creativi sarà sempre meno richiesto di padroneggiare la tecnica mentre la loro creatività salirà di valore. L’intelligenza artificiale è in grado di acquisire ed elaborare quello che già esiste a una velocità superiore a quella dell’uomo, ma creare qualcosa di nuovo rimane una prerogativa umana. Per questo motivo l’avanzata delle IA può essere vista come un’ottima ragione per essere originali nel proprio lavoro. L’AI può essere una grande occasione per fare emergere l’umano che è in ognuno di noi.
Secondo il sito willrobotstakemyjob.com c’è il 77% di probabilità che i robot sostituiscano gli imbianchini, ma solo il 16% che riescano a prendere il posto dei pittori. Eppure entrambi usano gli stesso strumenti: colori e pennelli. In questo caso non si parla solo di intelligenze artificiali ma è lampante che più creatività c’è in gioco, meno le macchine sono efficaci. L’IA non farà altro che rendere il processo creativo più veloce ed efficiente.
Come per ogni altra rivoluzione tecnologica della storia, alcuni mestieri spariranno, altri cambieranno radicalmente ma soprattutto ne nasceranno di nuovi. Una delle professioni emerse più di recente è quella del prompt designer. Si tratta della figura che progetta le stringhe di input da fornire all’intelligenza artificiale in modo da ottimizzare la risposta in output. Guardando al futuro, il lavoro del prompt designer diventerà essenziale per uno sviluppo sano delle IA: la quantità di contenuti prodotti giornalmente nel mondo, infatti, è destinata ad aumentare, e con essa in numero di contenuti inutili o dannosi, avere quindi una risorsa che garantisca uno standard di qualità mediamente alto potrebbe rivelarsi prezioso. 
I rischi dell’intelligenza artificiale sono quindi tutti nel modo in cui verrà utilizzata. Purtroppo però l’innovazione viaggia spesso più veloce della formazione: senza la dovuta consapevolezza su questo strumento, i danni causati dall'IA potrebbero superare i suoi benefici. Andranno trovate soluzioni economiche e giuridiche adeguate, e già da ora ci sono segnali promettenti. OpenAI, società che ha creato ChatGPT, che accetta le richieste del Garante della Privacy in Italia è uno di questi.